Lo dico sempre: se non avessi letto così tanto, non avrei saputo scrivere.
Leggere, infatti, è per me un bisogno primario come mangiare, bere, dormire.
Ho iniziato a leggere libri in prima elementare e da allora non ho più smesso.
Tutto quello che ho letto è stato assorbito come una spugna, lasciato sedimentare e decantare fino a quando non è riaffiorato attraverso la scrittura.
Ho scritto commedie, sceneggiature per cortometraggi e, ad oggi, tre romanzi.
Da sempre dispongo di una immaginazione sconfinata e, allo stesso tempo, sono un’attenta osservatrice della gente: studio i comportamenti, annoto il carattere, le spigolosità, copio le piccole paranoie, le fragilità, i tratti delle persone che incontro.
E prima o poi qualcuno finisce regolarmente nelle storie che scrivo.

Adoro camminare, preferibilmente con buona musica da ascoltare e un taccuino su cui poter scrivere.
Le idee migliori che ho avuto finora mi sono venute camminando.
Mi piace stare a contatto con la natura e con la terra, per questo ho cominciato a coltivare un orto.
Vuoi mettere la soddisfazione di staccare un pomodoro o una melanzana dopo che hai vangato, zappato, rincalzato, annaffiato una zolla di terra?
La ripetizione di gesti semplici e antichi come l’uomo riesce a riconciliarmi con me stessa e il mondo.
E a tutti quelli che, vedendomi con la zappa in mano, scuotono la testa e dicono che la terra è troppo bassa, rispondo "Lo so. Altrimenti si chiamerebbe cielo."